Redditometro
Per combattere l’evasione “spudorata” e far emergere i finti poveri, il nuovo accertamento sintetico misura la congruità tra quanto il contribuente ha dichiarato e quanto l’erario ha ricostruito, concentrandosi sulle spese certe effettuate. Nel mirino del Fisco coloro che, pur evidenziando un’elevata capacità di spesa, dichiarano redditi esigui, usufruendo in tal modo di agevolazioni dello Stato sociale negate ad altri che, magari, hanno un tenore di vita più modesto. Non saranno mai selezionati i titolari della sola pensione.
A chiarirlo, l’Agenzia delle Entrate con il comunicato stampa del 20 gennaio.
Come funziona il redditometro
Il nuovo strumento di accertamento sintetico è costruito secondo un criterio statistico scientifico e l’assunto di base è che deve esistere una coerenza tra il reddito percepito e le spese sostenute. Vengono dunque prese in considerazione:
- le spese certe, ossia quelle effettivamente sostenute, che risultano dalle informazioni e dalle banche dati dell’Anagrafe tributaria (utenze, mutui, assicurazioni, eccetera)
- le spese relative al mantenimento e alla disponibilità dei beni (abitazioni, auto, barche, eccetera), la cui esistenza è sempre desunta dall’Anagrafe tributaria
- le spese di tipo corrente, cioè quelle relative alla vita quotidiana (come gli alimenti, l’abbigliamento, la pizza con gli amici), in base ai dati medi sui consumi rilevati dall’Istat (queste voci contano solo in via residuale, non daranno mai luogo a un controllo).